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FUJIFILM GFX 50S, X-T20 e X100F: prime impressioni | Foto da HDblog

26 Gennaio 2017 56

FUJIFILM Italia ci ha dato la possibilità di provare in anteprima le più recenti proposte del catalogo di fotocamera mirrorless strutturate nelle GFX 50S, X-T20 e X100F. Un prodotto, la GFX 50S, inedito per FUJIFILM grazie al quale il produttore nipponico esordisce nel settore delle fotocamere digitali mirrorless medio formato, e due evoluzioni di altrettanti modelli che, nel corso dei mesi, si sono posti all'attenzione del pubblico di appassionati per la capacità di riproporre alcuni dei punti di forza delle fotocamere FUJIFILM di fascia alta in form factor più compatto e ad un prezzo più contenuto. Il riferimento va alle precedenti XT10 e X100T, che hanno mutuato diverse caratteristiche dalla X-T1. Lo stesso avviene all'inizio del 2017 con X-T20 e X100F che possono essere considerate le ''sorelle minori" della recente X-T2 e della X-Pro2.

GFX 50S, X-T20 e X100F (da sinistra a destra)

In questo articolo non ci soffermeremo tanto sulle caratteristiche tecniche delle tre fotocamere - per ulteriori dettagli rimandiamo ai precedenti articol su GFX 50S, X-T20 e X100F - quanto sulle impressioni di utilizzo, analizzando le prime foto di prova che abbiamo acquisito nei giorni scorsi. Per consentire di mettere alla prova i nuovi prodotti, FUJIFILM ha allestito cinque set (tre dedicati alla GFX 50S, uno alla XT20 e uno alla X100F), in una suggestiva location, concedendoci la possibilità di scattare liberamente all'interno della scena. Ogni sessione ha avuto una durata di 45 minuti ed è stata curata da cinque importanti fotografi internazionali.

Prima di proseguire, precisiamo che LE FOTO PUBBLICATE SONO STATE SCATTATE CON FOTOCAMERE DI PRE-PRODUZIONE, PER CUI NON SONO UTILIZZABILI PER TEST APPROFONDITI O DI LABORATORIO. In questa occasione, quindi, non spaccheremo il classico capello in quattro, rimandando le considerazioni approfondite alle recensioni complete che saranno effettuate utilizzando i modelli in vendita a partire da fine febbraio.

Tutti gli scatti in formato JPEG sono pubblicati esattamente come prodotti dalle macchine, senza alcun tipo di elaborazione in post-produzione. Stesso vale per i crop al 100% ai quali non è stata applicata alcuna maschera di contrasto. I file originali, comprensivi dei dati EXIF, possono essere scaricati tramite il link posto sotto ciascuno di essi.

GFX 50S: la prima mirrorless medio formato di FUJIFILM

La presentazione delle fotocamere e le prove di scatto sono state effettuate giovedì 19 gennaio, alcuni giorni sono necessari per lasciar stemperare l'entusiasmo con il quale il pubblico dei presenti alla conferenza stampa - me compreso - ha accolto l'arrivo delle GFX 50S, e per maturare le prime considerazioni a mente (relativamente) fredda. E' l'entusiasmo tipico di chi apprezza le ventate di novità in specifiche nicchie di mercato e di chi nota lo sforzo di FUJIFILM, che punta offrire di più - il medio formato - a prezzi competitivi.

Sarà forse chiaro, ma precisarlo non guasta: GFX 50S non è una fotocamera consumer, quanto un prodotto rivolto principalmente ai fotografi professionisti. Per essere più espliciti, si tratta di una camera che entra in competizione con proposte come l'Hasselblad X1D, piuttosto che con le reflex semi-pro di fascia alta. E per chi se lo stesse chiedendo, la risposta è NO. Niente Full Frame per FUJIFILM, ma una precisa scelta di campo che fa balzare la gamma, sino ad ora composta da fotocamera con sensori APS-C, in un segmento di mercato, per il momento, poco affollato.

GFX 50S, nello specifico, è un prodotto destinato ai fotografi professionisti che operano, principalmente, nel campo della moda/spettacolo, della pubblicità e della fotografia commerciale - ma abbiamo già avuto conferma di pro che la metteranno alla prova sul campo per realizzare reportage di viaggio - il corpo tropicalizzato, da questo punto di vista, è un manna dal cielo e un chiaro segnale con il quale FUJIFILM vuole suggerire che la sua medio formato ha le carte in regola per non restare confinata in uno studio fotografico.


E' una fotocamera con una costruzione solida ed offre una buona impugnatura, in prima battuta anche senza usare il battery grip. Chi è abituato ad utilizzare fotocamere reflex pro o semi-pro difficilmente vivrà untrauma nel passaggio alla mirrorless medio formato di FUJIFILM (così è stato nel mio caso, dopo aver utilizzato a lungo una Canon 5D MKIII).

A scanso di equivoci, parliamo pur sempre di una fotocamera che, con l'ottica fissa GF63mm, supera di poco 1,2 kg, ma si tratta di parametri a cui il fotografo pro è abituato scattando con una Full Frame. Pesi e ingombri sono sovrapponibili, ma c'è un'importante differenza: all'interno della scocca si nasconde, infatti, un sensore da 51,4 megapixel che è ampio quasi il doppio rispetto a quello di una fotocamera Full Frame: 1,7 volte ad esser precisi. E non è una semplice caratteristica buttata lì per fare a gara a chi spara il dato più grosso, ma una soluzione tecnica che produce vantaggi apprezzabili sotto molteplici profili: dalla maggiore estensione della gamma dinamica, al minor rumore digitale rispetto ad una Full Frame da 50 MP, per arrivare ad un effetto bokeh ancora più enfatizzato.

Buona l'ergonomia di utilizzo grazie alle due ghiere posizionate sulla parte superiore del corpo macchina che permettono di intervenire rapidamente sugli ISO (ghiera sinistra) e sui tempi (ghiera destra). Decisamente comoda - quanto meno per chi viene dall'analogico - la possibilità di modificare l'apertura del diaframma intervenendo direttamente sulla ghiera integrata sugli obiettivi; io la trovo immediata ed intuitiva, ma chi non fosse dello stesso avviso può impostare l'obiettivo sulla modalità C e variare l'apertura del diaframma tramite la ghiera posta nella parte superiore dell'impugnatura. Anche l'impostazione dei tempi può essere effettuata tramite un'ulteriore ghiera posizionata nella parte posteriore dell'impugnatura, impostando la ghiera superiore dei tempi in modalità T. In altri termini, massima flessibilità nella configurazione dei controlli ed un buon feeling con la macchina, che nasce poco dopo aver iniziato a maneggiarla.


Modalità manuale, indice sinistro sugli ISO, indice destro per controllare l'esposizione e per raggiungere il pulsante di scatto poco più avanti, mentre il pollice destro si sposta in maniera naturale sul piccolo joystick che permette di modificare il punto di messa fuoco. L'assetto ideale lo raggiungo rapidamente, ma lo dico da canonista e pentaxiano, non escludo che il feeling con i comandi possa risultare differente per chi viene da altri corpi macchina. Dal mio punto di vista la GFX 50S è una di quelle macchine che mette subito a proprio agio il fotografo e che, grazie all'ampio mirino elettronico - 0.5" con 3,69 milioni di pixel e un ingrandimento di 0,85X, persino maggiore di quello del mirino elettronico della X-T2 (0,77X) - è in grado di accontentare anche chi rinuncia mal volentieri ad un'inquadratura con un classico mirino pentaprisma.


Ammetto di aver sempre guardato con un certo scetticismo le performance offerte dal mirino elettronico delle fotocamere mirrorless, ma bisogna riconoscere che i passi avanti compiuti dalla tecnologia negli ultimi anni sono considerevoli. Dopo la seconda sessione di scatto con la GFX 50S, inquadrare utilizzando il mirino elettronico è diventato piuttosto naturale, non ho avvertito, in particolare, quel fastidioso ostacolo che si frappone tra me e la scena ed ho potuto concentrarmi sullo scatto. Non mi esprimo ancora sul lag tra scena reale e scena riprodotta nel mirino, sia perché si tratta di un esemplare di pre-produzione, sia perché, per farlo accuratamente, dovrei testare la fotocamera in condizioni di scatto più ''critiche'' e meno controllate di quelle che abbiamo affrontato durante la sessione di prova.

Volendo, si può utilizzare l'ampio display posteriore che offre una buona versatilità - può essere inclinato sia sul piano orizzontale, sia su quello verticale - e che, grazie al touch, permette di intervenire rapidamente sui parametri di scatto o di scegliere rapidamente il punto di messa a fuoco. Sarò all'antica, ma, nell'attimo del click, preferisco ancora isolarmi da tutto ciò che esula dalla scena e, solo un mirino mi offre questo privilegio. Mettere l'occhio in quello ampio e luminoso della GFX 50S è decisamente gratificante. Chi userà principalmente in studio la GFX 50S potrà inoltre collegarla ad un monitor esterno e avere a disposizione un "mirino esterno" di dimensioni a dir poco generose.

FUJIFILM GFX 50S, si scatta

Le sessioni di scatto iniziano a dare concretezza alla mole di dati snocciolati dai dirigenti di FUJIFILM in occasione dell'evento della presentazione. Perché medio formato e, soprattutto, perché medio formato mirrorless. Domande lecite e risposte che emergono sul campo e non si limitano a meri proclami. Partiamo dal primo scatto, è uno scatto ''facile", ma solo per chi fa fisicamente click a caccia di un attimo significativo. Grazie all'intervento di Luciano Romano, che ha curato il set, le luci e guidato i ballerini, infatti, ci siamo trovati di fronte ad una scena in cui ''sbagliare" era possibile per quanto riguarda la scelta di catturare un attimo piuttosto che un altro - il classico attimo che segna il solco tra una foto così così, una accettabile e una da ''wow".

La GFX 50S con l'obiettivo 32-64mm era collocata su un treppiede e controllava in remoto i flash posizionati ai lati del set. In questa situazione, la medio formato di FUJIFILM ha subito colpito per la capacità di riprodurre la scena offrendo una buona riproduzione della gamma cromatica e per l'attenzione ai dettagli più fini (si veda, ad esempio, il fregio sulla porta, le targhette sotto i quadri o il riflesso delle gambe della danzatrice sul pavimento).

GFX 50S
GFX 50S - crop al 100% della precedente

Il discorso cambia con la seconda sessione di scatti e cambia per un dettaglio che i fotografi professionisti che hanno utilizzato fotocamere reflex come le recenti FullFrame da 50 e passa megapixel, probabilmente, conoscereanno. FUFJIFILM lo riassume con la frase "free from mirror shock" che assume consistenza non appena impugno la GFX 50S e inizio a scattare a mano libera senza ausilio del cavalletto.

In termini più espliciti, l'assenza dello specchio fa venir meno uno degli elementi di criticità delle reflex, ovvero la presenza di micromosso che emerge con una certa persistenza e che non dipende dai tempi di scatto, quanto dalle vibrazioni generate dallo stesso meccanismo che, nelle reflex, fa sollevare lo specchio al momento del click. Vien da sé che se lo specchio manca, manca anche la causa che genera la vibrazione. A questo dato si aggiungono alcune considerazioni sul 32-64mm che ha iniziato a mostrare i muscoli.

In concreto, l'unione tra sensore, assenza di specchio, ottica e i convincenti algoritmi che generano il file JPEG, produce scatti che colpiscono per l'estrema nitidezza e per la capacità di cesellare i dettagli più fini - anche a costo di produrre un file impietosamente analitico, che evidenzia anche le minime imperfezioni della pelle. Tutto quanto sopra viene racchiuso in un file adatto a stampe di dimensioni decisamente elevate (ma ne parleremo in seguito).

GFX 50S
GFX 50S - crop al 100% della precedente

LINK AL FILE ORIGINALE

Si potrebbe obiettare che, anche in questa occasione, la situazione di scatto - composizione e momento del click a parte - era sotto controllo - il merito va a Wayne Johns che ha curato set e luci - ma l'obiezione è facilmente ribaltabile sottolineando che questo scenario, ovvero la fotografia da studio, è uno degli ambiti di impiego per cui la GFX 50S nasce. Vien da sé che il target di potenziali acquirenti difficilmente la impiegherà come è solito fare l'utente consumer con una punta e scatta, per scatti ''rubati'' o per riprese ''mordi e fuggi''.

GFX 50S
GFX 50S - crop al 100% della precedente

LINK AL FILE ORIGINALE

Notevole è inoltre la precisione nella messa a fuoco. Per chi non conosce il mondo delle macchine digitali reflex medio formato, che tendenzialmente mettono a disposizione pochi punti di messa a fuoco, ricordiamo che il vantaggio della GFX 50S sta nel fatto di poter sfruttare la fitta griglia dei 117 punti di messa a fuoco (9×13 estendibili sino ad un massimo di 425 punti). I vantaggi sono naturalmente apprezzabili in fase di (ri)composizione dell'immagine.

GFX 50S

NOTA: Abbiamo volutamente scelto di pubblicare gli scatti così come sono stati acquisiti durante la sessione di test, senza intervenire in post produzione. Ci sembra corretto segnalare, in ogni caso, che, la sequenza dei tre scatti appena riportata presenta una sottoesposizione - più o meno evidente al lettore, in maniera direttamente proporzionale alla corretta taratura del monitor - che si può facilmente recuperare intervenendo sui livelli in Photoshop.

A seguire, la schermata con l'intervento appena citato (basta intervenire sull'estremo superiore dell'istogramma) e l'effetto finale sulle foto - si noti il rosso del vestito che riacquista brillantezza. Un intervento che chiunque può ripetere scaricando il file originale e che consente di iniziare ad apprezzare la duttilità dei file prodotti dalla fotocamera.

Il terzo set è stato curato da Damien LoverGrove ed esalta la capacità della GFX 50S di riprodurre la gamma cromatica in maniera estremamente curata - Vogliamo esser chiari anche in questa occasione: nulla nel set è stato lasciato al caso e l'illuminazione della scena è stata realizzata da un professionista di fama internazionale. Nostra è stata la scelta di come comporre, quando fare click e quali impostazioni utilizzare in camera (nei limiti di una concitata sessione condivisa con altri colleghi). Il risultato finale lascia il segno, in primo luogo per quanto riguarda la resa dell'incarnato.

GFX 50S
GFX 50S
GFX 50S - crop al 100% della precedente

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FUJIFILM è una delle (poche) aziende in grado di mettere a disposizione dell'utente filtri immagini sufficientemente credibili da non risultare stucchevoli per i fotoamatori e i professionisti più esigenti. Non si tratta di un progetto nato per caso, quanto della capacità di tradurre in formato digitale la resa delle pellicole FUJIFILM.

Lungi dall'essere un semplice gadget che arricchisce la dotazione di serie della fotocamera, i filtri immagine / simulazione pellicola risultano credibili e offrono il non trascurabile vantaggio - per il professionista e il fotoamatore (visto che sono integrati anche nei modelli di fascia più bassa) - di mettere a disposizione un file pronto per la stampa, senza necessità di ulteriori ritocchi al PC. Nel caso specifico, lo scatto in BN che segue è stato prodotto direttamente dalla GFX 50S, senza alcuna modifica in post produzione.

GFX 50S
GFX 50S - crop al 100% della precedente

Nello scatto in BN si apprezza la tridimensionalità della scena e torniamo a riflettere sulla precisione della messa a fuoco, pur trattandosi di una foto realizzata con un'apertura moderatamente ampia (f4). Spostiamo il punto di messa a fuoco tramite il piccolo joystick sugli occhi delle modella e l'analisi della foto a posteriori non rivela spiacevoli sorprese. Lo sfondo e parte del tavolo in primo piano si caratterizza per uno sfumato morbido e graduale. Come detto in apertura, uno dei vantaggi di un sensore di dimensioni maggiori rispetto a quello Full Frame è apprezzabile anche sotto il profilo del bokeh e questo scatto inizia a suggerire i risultati che è possono ottenere.

Le ultime due foto tornano a porre l'accento sulla capacità di riprodurre una gamma cromatica ricca ed in grado di trasferire sul sensore, senza alterarla, la ''visione'' che il fotografo che ha allestito il set di posa ha voluto ottenere. Nel caso specifico, la luce calda del set realizzato da LoverGrove è stata catturata in maniera impeccabile dalla fotocamera. Come detto in apertura, non si tratta ancora di un firmware definitivo, ma nitidezza, sfocato, riproduzione cromatica appaiono già convincenti a tal punto da rendere la GFX 50S adatta agli impieghi più impegnativi in cui si punta ad ottenere la massima qualità - si pensi anche alla fotografia e alla stampa fine art.

GFX 50S
GFX 50S
GFX 50S - crop al 100% della precedente

LINK AL FILE ORIGINALE

E, restando in tema di stampa, all'utente consumer che si interroga sull'utilità di fotocamere con sensori da oltre 50 megapixel, rispondiamo con la foto di una delle stampe realizzate utilizzando un file della FUJIFILM GFX 50S (per chi se lo stesse chiedendo, un JPEG della GFX 50S, a seconda della qualità e del contenuto, ha un ''peso" che oscilla tra i 15MB e i 25MB, mentre i RAW in formato .RAF, mediamente, pesano 130MB). Possiamo assicurare che, vista dal vivo - ed alla distanza corretta - si tratta di un foto che lascia il segno. Per completezza di informazione segnaliamo che la stampa è stata realizzata da Genesis Imaging.



Le prime impressioni sulla GFX 50S non sono indubbiamente positive. Al momento, la fotocamera risulta estremamente competitiva rispetto alle reflex medio formato, ed in grado di tenere testa alle (poche) concorrenti dirette, come la citata Hasselblad X1D: costa 7115 euro iva inclusa per il solo corpo macchina. La GFX 50S, al tempo stesso, inaugura una nuova linea di prodotti in relazione ai quali FUJIFILM ha lasciato intendere di avere le idee ben chiare, ovvero la proposta medio formato del produttore nipponico non è frutto di un semplice esperimento per sondare il mercato, quanto un anello di un progetto più articolato, ferme restando le dinamiche del mercato, non sempre prevedibili.

Convincere un pro ad investire su un prodotto del genere significa anche indurlo ad abbracciare l'intero ecosistema della fotocamera, fatto oltre che di servizi rivolti ai professionisti, anche dal parco ottiche - il miglior corpo macchina è mero esercizio di stile senza ottiche adeguate per sfruttarlo. FUJFILM ha già rassicurato i potenziali acquirenti: ai tre obiettivi inizialmente disponibili - GF63mm F2.8 R WR, GF120mmF4 R LM OIS WR Macro e GF32-64mmF4 R LM WR - si affiancheranno nel corso del 2017 altri tre - GF23mmF4 R LM WR, GF45mmF2.8 R WR e GF110mmF2 R LM WR - un totale di sei ottiche per ''cominciare", alle quali si somma un non trascurabile ''plus'' ovvero la possibilità di utilizzare un anello adattatore per utilizzare ottiche già in commercio. Quali? Ufficiosamente possiamo confermare che nell'elenco rientrando anche i prestigiosi obiettivi Hasselblad.

Anche le ''piccole'' fanno bene

Si cambia decisamente tipologia di prodotto con la X-T20 e la X-100F: dal un sensore medio formato ad un più tradizionale sensore APS-C da 24,3 megapixel per due prodotti destinati all'utenza consumer e al fotoamatore evoluto, seppur con sfumature differenti una dall'altra. Chi conosce ed ha utilizzato in passato le X-T10 e le X-100, X-100S ed X100T dovrebbe sapere cosa traccia il principale solco tra le due fotocamere. La prima è una mirrorless con ottiche intercambiabili e mirino elettronico, la seconda, sempre mirrorless, ma dotata di ottica fissa e mirino ibrido - ottico/elettronico.

Inutile girarci troppo attorno chiamando in causa la possibilità di utilizzare i teleconverter dedicati alla X100F: come i precedenti modelli della linea X100, si tratta di una fotocamera adatta a chi ''vede in 35 mm" (tale è la lunghezza focale equivalente dell'obiettivo fisso da 23 mm) che nasce per il reportage e la fotografia di strada, in cui la compattezza e la silenziosità operativa della fotocamera giocano un ruolo essenziale per muoversi in maniera discreta. Chi è solito praticare un più ampio ventaglio di generi fotografici dovrebbe orientarsi sin dal principio sulla X-T20 che, grazie alla possibilità di cambiare ottiche, offre maggiore versatilità.

Il feeling resta invariato rispetto ai modelli precedenti: si tratta di fotocamere dalle dimensioni contenute, all'interno delle quali viene integrato il ''cuore" delle sorelle maggiori: sensore, processore di immagine e sistema di autofocus sono direttamente mutuati dalle X-T2 e X-Pro2 e l'effetto si nota sin dai primi scatti. La costruzione resta, come sempre, di alto livello, grazie all'impiego di una scocca in metallo, che offre restituisce il feeling tipico dei prodotti premium.

X-T20 e X-100F sono fotocamere che hanno la non comune dote di ''sparire'' nelle mani del fotografo e non nel senso letterale del termine - son piccole, si, ma non a tal punto da diventare invisibili - quanto dal punto di vista dell'''interferenza'' creata dalla macchina in sé sul processo mentale e creativo del fotografo che, in un mondo ideale, dovrebbe concentrarsi esclusivamente sui fondamentali della fotografia: comporre, esporre, mettere a fuoco e scattare.

Le 'piccole' FUJIFILM assecondano questo approccio, mettendo a disposizione dell'utente tutto ciò che è essenziale avere mentre si scatta: un buon mirino - chi vuole di più deve orientarsi sulla X-T2 - una buona velocità operativa e controlli intuitivi, adatti anche a chi inizia a muovere i primi passi nel mondo della fotografia. Si può citare a tal proposito la modalità completamente automatica della X-T20, mentre la X100F, rivolta ad un fotoamatore un po' più ''esperto'', arrichisce le possibilità di intervento con il joystick che consente di spostare il punto di messa a fuoco.

Tolto l'ostacolo legato alla ''mezzo tecnico'' che separa noi dalla scena, non resta che scattare e con X-T20 e X100F farlo diventa molto divertente, l'approccio è più ''disinvolto'' rispetto a quello utilizzato con la GFX 50S - verso la quale si può essere portati istintivamente ad avvertire un certo "timore reverenziale", comprensibile in presenza di un corpo macchina che, insieme all'ottica, arriva a sfiorare i 10.000 euro. Quando si esaminano gli scatti al PC, appare evidente il DNA comune alle sorelle maggiori. A seguire, suddividiamo per completezza di informazione le foto in base al modello, ma risulta piuttosto chiara la resa tendenzialmente sovrapponibile, visto che, come detto, sensore, processore e sistema di autofocus sono condivisi.

Resa dell'incarnato, livello di dettaglio, affidabilità del sistema di messa a fuoco non deludono con la prima foto scattata dalla X-T20 in una condizione di ripresa che sfrutta esclusivamente la luce naturale.

X-T20

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Nella seconda foto, sempre realizzata con la X-T20 vogliamo "complicarci la vita" con una ripresa in (semi) controluce. La modella era illuminata da un faretto che proiettava luce da sinistra (di chi guarda), la finestra sul retro ha reso per forza di cose l'esposizione più problematica. Anche in questo caso, il sistema di messa a fuoco non sbaglia, il fuoco cade sull'occhio destro.

X-T20

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Nel terzo scatto della X-T20 la luce naturale è ancora inferiore rispetto a quella della prima scena: proveniva dalla finestra posta alle nostre spalle ed il cielo coperto non ha certamente contribuito ad ottenere una ''buona luce''. La foto è stata scattata a 1250 ISO, mentre abbiamo sfruttato l'ampia apertura dell'ottica (f2.8). In tale circostanza è possibile iniziare a valutare la resa ad alti ISO, fermo restando che, come detto in apertura, si tratta di modelli di pre-produzione, suscettibili di ulteriori miglioramenti con i firmware destinati al modello definitivo.


LINK AL FILE ORIGINALE

Anche la X100F può produrre file in bianco e nero, selezionando l'apposita simulazione pellicola. Il risultato - volutamente contrastato (parametri dei filtri immagine possono essere modificati in base al gusto) - risulta credibile, grana compresa.

X100F

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Il set scelto per la prova della X100F era quello più difficile del lotto, trattandosi di scatti effettuati in luce ambiente, per altro, in quantità ridotta. Ribadiamo l'opportunità di attendere l'arrivo del firmware definitivo per ulteriori valutazioni sulla resa ad alti ISO.

X100F

LINK AL FILE ORIGINALE

Se la luce è scarsa, e la luce naturale si somma a quella artificiale, è possibile sfruttare la situazione a proprio vantaggio, cercando di assecondare i contrasti piuttosto che puntare a rendere leggibile ogni dettaglio, con inevitabili sovraesposizioni di parti più o meno ampie della scena (qui ci siamo riusciti, in parte). Utile, in queste circostanza, avere sotto l'indice destro, nella X100F la ghiera per il controllo dell'esposizione che, di fatto, ci permette di raggiungere l'equilibrio tra luci ed ombre che avevamo in mente (o quanto meno di avvicinarci ad esso), senza intervenire sui tempi e sul diaframma, che in questo caso deve rimanere aperto.

X100F

LINK AL FILE ORIGINALE

In prima battuta X-T20 e X100F appaiono come la naturale evoluzione del catalogo FUJIFILM, prodotti non inaspettati per chi ha seguito in passato il modus operandi della casa nipponica, che tende a declinare nel tempo e su tutta la linea lo step di sviluppo inizialmente compiuto partendo dai modelli di fascia alta. La prima (X-T20) un po' più consumer della seconda (X100F), sia per il prezzo tendenzialmente più contenuto - 899 euro solo corpo - e per l'integrazione di funzioni, come la possibilità di registrare video con risoluzione 4k, che soddisfano le aspettative di tale categorie di utenti.

Con la X100F, quest'anno, FUJIFILM alza l'asticella del prezzo della sua mirrorless ad ottica fissa, proponendola a 1429,99 euro - 200 euro in più rispetto al prezzo di lancio della X100T - ma, giunti alla quarta iterazione della cam, si tratta, evidentemente, di una mossa ben studiata. Chi sceglie la X100F, così come le precedenti, cerca un prodotto estremamente specializzato, che strizza l'occhio alle fotocamere a telemetro del passato - anche dal punto di vista del design - e che, inevitabilmente, punta un po' all''effetto nostalgia" - e si sa, gli appassionati nostalgici sono disposti ad esborsi consistenti. Fortunatamente, la sostanza sembra andare a braccetto con la forma.

Concludiamo qui questo primo rapido excursus sulle nuove fotocamere FUJIFILM, dando appuntamento alle recensioni complete che ci permetteranno di effettuare valutazioni più approfondite, utilizzando le GFX 50S, X-T20 e X100F destinate alle vendita.

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Commenti

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Fabryzio

Preferisco mille volte le modelle :-D :-D :-D

patatosomorbidoso

non capisco perchè tu hai scritto figà senza censure e io per quella parola sono stato bannato....

Aster

l'articolo piu fotogenico di sempre!

ghost.mdb

Come non detto, vedo ora che è la M1 XD

ghost.mdb

costa ORA 359 venduta e spedita da Amazon nuova di pacca

Max

ha 2 chili di figa questa.

Max

che gnocche!!!!

camillo777

Io ho Canon Powershot S95 e Samsung Galaxy Note 4 e purtroppo la macchina fotografica è insostituibile, non hai accennato al flash, che secondo me è molto importante non solo al buio e i telefoni in questo sono proprio scarsi.

Gark121

Non ho capito il senso del tuo post. Senza offesa eh, ma ho detto che una compatta da poco le prende e una di fascia alta no, rispondendo alla sua domanda (mi pare).

E dopo averne usate diverse di compatte da 150-200€, se dovessi scegliere cosa portarmi tra s7 e la classica Nikon/Canon da 200€ del cestone del supermercato mi porterei sempre e solo s7. 3 foto con lo zoom in meno e un'infinità di contesti di scatto dove fa foto decenti in più. Non è solo il numero di MP a fare la differenza di notte: trovami una compatta economica con f1.7 o con una messa a fuoco paragonabile ad un top moderno.

losteagle17

Veramente lui parlava di compatta da 200-250 €, la RX100 IV sta oltre i 500 euro se ricordo bene anche perchè ho appena comprato la prima RX100 a 299 euro la settimana scorsa. Credo che il punto a favore delle compatte rimanga sempre lo zoom ottico, anche non esasperato che consente un uso più versatile senza doversi avvicinarsi per forza al soggetto.
Sulla resa alle basse luci molto dipende molto dal numero di Mpixel rapportati al sensore e dal software della compatta, la mia vecchia CANON IXUS 170 ad esempio se la gioca ancora bene grazie ai solo 12Mpixel del sensore.

Emanuele Esposito

La medio formato, a mio modesto avviso, da i risultati migliori nelle foto di paesaggio. Questi sample lasciano il tempo che trovano, sia per gli accrocchi di luce che ci sono, sia per il ritocco, che è inutile che ce lo menino, hanno fatto questi fotografi.

TheFluxter

E due bellissime "estreme nitidezze"

TheFluxter

L'estrema nitidezza <3 https://uploads.disquscdn.com/...

Thomas Turbato

Ha due chili di fondotinta

Fabrizio Silveri

Generalmente le Panasonic sono più portate per i video delle Olympus, che sono principalmente pensate per still photography, però la EM5 mark II è comunque una macchina di faccia enthusiast e lo stabilizzatore ottico aiuta moltissimo (che ha nel corpo invece che nell'obiettivo, quindi non serve comprare lenti stabilizzate) quindi credo vadano bene.
Come ho detto, non sono interessatissimo quindi non so di preciso, ma la qualità è comunque alta e per le specifiche ti rimando ad una qualsiasi recensione che ne sa più di me di sicuro ;)

Giuseppe De Sario

Grazie per il consiglio :). Sai dirmi come si comportano con i video queste mirrorless che mi consigli?

Fabrizio Silveri

Neanch'io lo avrei immaginato, ma ho visto foto fatte con 5" di acquisizione (non mi ricordo il termine in italiano) e non avevano neanche una sbavatura minima, nei soggetti fermi.
Sembra incredibile, ma con i sistemi migliori è quasi come avere un cavalletto!

Pure new wool

1 secondo è già notevole, non pensavo gli stabilizzatori fossero progrediti tanto.

Fabrizio Silveri

Se vuoi immagini davvero buone e pensi che una volta imparato potrai anche spendere qualcosa per gli obiettivi (che contano molto più del corpo macchina) io ti consiglierei una micro 4/3, ovvero una mirrorless Panasonic o Olympus. Hanno il sensore più vicino ad un APS-C che a l'1" di Nikon1, dimensioni appena superiori (diciamo a metà fra una compatta e una reflex), prezzi ragionevoli e soprattutto hanno il più grande parco ottiche del settore mirrorless, visto che è l'unico davvero standard.
Io almeno ho fatto così, per altro andando sull'usato e risparmiando davvero tanto.

Fabrizio Silveri

Fa tutta la differenza del mondo.
Ho da poco comprato una Olympus E-M10 II e scatto tranquillamente foto con shutter speed di 1" o poco meno a mano libera con ZERO blur, mani più ferme della mia con stabilizzatori migliori sono arrivate anche a 5, 10 e persino 15" senza dover usare un cavalletto. Roba che se provi a farlo senza stabilizzatore ottico ti trovi davanti il nulla assoluto, nella foto.
E ovviamente in basse luci questo fa tutta la differenza del mondo, anche se ovviamente un'ottica luminosa (basso rapporto focale) e un sensore grande sono ancora più importanti.

Stavus

Certo, il primo indica la quantità di bokeh sullo sfuocato, il secondo indica la quantità di luce catturata, entrambi sono fattori che influiscono sul risultato di foto e video

Polezzz

A me è stato detto che f-stop ed il t-stop sono fattori importanti per le foto ed i video, mi pare d'aver capito, o sbaglio?

Stavus

f-stop ti basta un calibro, t-stop non ne ho idea, per saperlo cerca l'obbiettivo su dxomark e tra le specifiche ti dicono il valore di t-stop, magari se spulci il sito ti dicono come effettuano le misure

Polezzz

Ma queste quantità sono misurabili solo in laboratorio o sono specifiche conosciute che fotocamera ha?

Gark121

non riesco manco a rivedere decentemente le foto se è per questo, metà delle volte se è uno scatto a cui tengo molto me le passo sul cellulare per riguardarle su un display che non sia un 300p dai colori discutibili.

Stavus

F-stop è il rapporto tra lunghezza focale a diametro della lente nella parte dell'obbiettivo che si attacca al corpo, mentre il t-stop è la quantità di luce che una lente riesce a portare al sensore

Polezzz

Non esiste nemmeno la pura lana vergine, se è per quello. ;)

Polezzz

Domanda: cos'è un f-stop ed un t-stop?

Polezzz

Ma non puoi giocarci a RR con la tua compatta di fascia alta. :D

Massimo Magnani

sì, una delle grandi differenze fra telefoni con sensori 1/ 2,3 e compatte con pari sensore, è il gruppo ottico, molte compatte lo possono avere anche completamente di vetro, nei telefonini, anche i migliori, le lenti sono in policarbonato, il Nokia 1020 su sei lenti ne ha una(che fa la differenza) in vetro di alta precisione, credo la terza del gruppo ottico

Pure new wool

Grazie, ottime spiegazioni!

Massimo Magnani

c'è poco da commentare, più il sensore è grande e più la fotografia è simile a quello che i nostri occhi vedono, in confronto a quelle di un telefonino, queste sembrano quasi foto irreali per la loro purezza

D3stroyah

per le 1/2.3'' le uniche valide per stabilizzazione ottica sono le sony, con lo steadyshot active che non è un mero crop ma stabilizzazione obiettivo. Funziona benissimo per i video, non credo funzioni per le foto.
Per le 1'' le RX100 anche la mark1, hanno ottima stabilizzazione sempre steadyshot active e va anche in foto, le altre tutte hanno una qualche stabilizzazione sia per foto che video e sempre ottica nei modelli decenti. Lo stabilizzatore ottico è molto utile per le foto con tempi di posa fino a 1/8, ma serve mano molto ferma. In telefoni come s7 la stabilizzazione è ottica e secondo me anche più efficace grazie al sensore piccolo anche se naturalmente è difficile arrivare a livelli d'eccellenza come le 5axis stabilization o le dual IS come le panasonic GX80/G80.
Per i video non conterei la stabilizzazione ottica di nessun telefono, gli elementi sono troppo piccoli e si crea l'effetto "jello" palese nei huawei, ma presente anche in altre marche.

Pure new wool

Ti chiedo, come stanno le compatte a stabilizzazione ottica/digitale sia per le foto che video? Fa la differenza la presenza di uno stabilizzatore ottico nei confronti degli smartphones migliori, specie con poca luce?

Gark121

Per esperienza diretta, una compatta di quelle con sensore da 1/2.3", che trovi sui 150€ circa, contro un s7 o un g5 (o un htc 10) mediamente le prende, soprattutto in low light. Si salva solo grazie allo zoom ottico, ma in generale non vale assolutamente la pena. Viceversa, se prendi una compatta di fascia alta (io ho una rx100 e mi riferisco a quella, ma vale lo stesso per altre pari livello naturalmente), il confronto non esiste. Provato tante volte in varie condizioni, sia per gamma dinamica, che per dettaglio, che per capacità di mantenere quel dettaglio anche con la luce che cala, nessun telefono è competitivo.
L'unica cosa dove s7 "batte" la rx100 è la messa a fuoco, e questo perché la mia rx è una Mark 3. Se prendi già la m4, anche quel punto è risolto.

Gark121

Confermo e sottoscrivo. Ho un s7 e una rx100 m3. La classica Canon da cestone del supermercato da s7 le prende (provato, sia con una Canon che con una Nikon), la rx100 è inarrivabile. Complice anche la stabilizzazione nettamente migliore

Pure new wool

Nel senso che non esiste l'apertura focale, esiste la lunghezza focale, l'apertura di un obiettivo. Usa il termine "rapporto focale" e sei a posto.

IlRompiscatole

Volentieri, ci mancherebbe :-)
In primis... non lo trovi da nessun'altra parte :-D
Anche non volendo essere bacchettoni ed ammettendo ad esempio l'uso di "lenti" al posto di "obiettivi" - frutto di una traduzione troppo diretta dall'inglese ma sempre più spesso usato- un termine ha senso se viene riconosciuto ed usato.
Possiamo anche chiamarlo pippo per quanto mi riguarda ma se nessun altro lo chiama pippo non si va lontano :-D

Dopodichè, in fotografia hai la LUNGHEZZA FOCALE (o distanza focale, solitamente abbreviata in "focale") che, citando wikipedia è "la distanza tra il centro ottico dell'obiettivo ed il piano della messa a fuoco". All'aumentare della lunghezza focale diminuisce l'angolo di campo.
-cose che già sai-

Riferendosi al diaframma invece si può parlare di apertura massima - media - minima o di apertura massima alla data focale (per alcuni zoom).
Questo per dire che apertura e focale sono due cose ben distinte, avvicinando le due parole e basta si crea solo confusione.

Quello che viene riportato negli articoli è il RAPPORTO FOCALE ovvero -cit. Wikipedia
"il rapporto esistente tra lunghezza focale (F) di un obiettivo ed il diametro (D) del diaframma in cui entra la luce"
"espresso graficamente con "f/" seguito da un numero"
Dato che f è frutto di un rapporto, scrivere "apertura focale" è come scrivere "ora chilometri" anziché chilometri/ora
Scrivere focale/apertura -per quanto brutto- sarebbe corretto.

Poi oh, se tra 2 anni il termine usato da tutti sarà "apertura focale" mi tapperò il naso e lo userò anche io... nel frattempo preferisco usare termini dati per corretti dal 1800 ad oggi e compresi da tutti :-D

Michele M.

La qualità tecnica di una foto non dipende esclusivamente dal sensore ma dalle ottiche e dal "software".

Specie per scatti in notturna o con poca luce, una compatta molto spesso permette di scattare con tempi di 30s o addirittura Bulb, permettendo di fare del light-painting, lunghe esposizioni alle stelle, in riva al mare etc.. A quel punto puoi dotarti di un banalissimo cavalletto e scattare a 100 iso. Non tutti gli smartphone supportano quei tempi e se lo fanno sfruttano la multi-esposizione (che non è la stessa cosa, a volte in meglio, a volte in peggio).

Inoltre uno smartphone ha un processore che mediamente "scalda" (ma in generale, tutta l'elettronica dello smartphone concorre) e questo non va bene per contenere il rumore sulle lunghe esposizioni.

Poi c'è tutto il discorso sulle lenti.. solitamente quelle da smartphone sono pen0se e anche su top di gamma puoi avere difetti che non troveresti su una compatta (pensa agli aloni dei Pixel.. quello è un problema di ottica molto economica).

Poi vabbè, la batteria ;)

M3r71n0
Nel terzo scatto della X-T20 la luce naturale è ancora inferiore rispetto a quella della prima scena:

... si ma la gnocca viene comunque bene!

Sig.ri fotografi scusatemi tanto, ma non ho resistito XD

Aster

Ho sempre avuto un debole per Fujifilm

Aster

Io preferisco un panasonic lumix o un Sony RX a tutti i top di gamma(dai vari nokia con Carl Zeiss ai piu gettonati Samsung iPhone ecc negli anni) per il mio uso e esigenze durante viaggi o vacanze,ma un esperto potrebbe risponderti meglio

Stavus

Guarda la differenza tra f-stop e t-stop, anche se lo smartphone ha un'apertura più ampia, potrebbe avere un t-stop inferiore

Giuseppe De Sario

Mi spieghi cosa c'è di sbagliato in "apertura focale"? Se sbaglio non mi va di continuare a sbagliare o fare disinformazione

Giuseppe De Sario

Già...purtroppo quella Samsung ho in casa e con quella ho fatto i miei test...

D3stroyah

non le producono più 1/2.3 Se guardi è un mercato paralizzato da tempo e sony lo ha dominato completamente con offerte come la WX350, piccola con wifi nfc e un ottimo 1080p stabilizzato.
Oggi è intelligente puntare sulle G7X II se possibile, ma aspetterei una versione 4k, canon se la sta tirando molto, il 1080p non ha piu senso nel 2017, quando altri marchi lo propongono ovunque dal 2014 (panasonic e ora sony)

Jes

ah no, questo è certo, se vuoi un incremento ben visibile di qualità, bisogna che il sensore inizi ad avere una dimensione decente.

Giuseppe De Sario

Grazie mille, finalmente ho la risposta a ciò che stavo cercando di capire da qualche giorno. Ora so che se devo acquistare una nuova compatta andrò direttamente su una con sensore da 1" visto che anche le più avanzate compatte da 1/2.3"(apparte determinate condizioni) non incrementano un gran che la qualità degli scatti di telefoni al top come S7, G5 etc...In poche parole, apparte per determinate esigenze, mi hai confermato che una compatta con sensore da 1/2.3" ha poco senso al giorno d'oggi

Tony Musone

non conosco il mondo delle compatte, ti ho risposto in base alle mie conoscenze e sempre in base a quelle mi vien da dire che un confronto andrebbe fatto, sempre ammesso che ce ne siano con quel sensore, con delle canon, nikon, fuji... quelle che avrebbero un senso acquistare in alternativa ad uno smartphone.

Jes

slambiccarsi sulla qualità va bene, ma a livello pratico rimane il fatto, a mio avviso, che se uno deve fare qualche scatto al volo passi lo smartphone, ma se in vacanza devi scattare 200 foto al giorno, meglio avere un dispositivo dedicato, foss'anche una compattina da 2 lire..se non vuoi avere costantemente il telefono scarico..

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