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La Blu-ray Disc Association discute sull'implementazione dei formati a 48 e 60 fotogrammi al secondo

25 Giugno 2012 6


Per chi segue il cinema, la notizia di cambiamenti del numero di fotogrammi al secondo, contenuti nelle riprese cinematografiche, non sarà una novità: è da tempo noto che alcuni registi non vedono più di buon occhio il formato a 24 fotogrammi al secondo, che viene ormai ritenuto una reliquia del passato, un compromesso che sostanzialmente non ha più alcuna ragion d'essere in virtù delle tecnologie utilizzabili ad oggi.Il formato attuale mostra effettivamente alcune limitazioni sotto certi punti di vista: anzitutto la fluidità non ottimale, causata dal basso numero di fotogrammi contenuti nella sorgente, in secondo luogo, sempre per le stesse cause, si ha una maggior presenza di motion blur, che riduce il dettaglio nelle immagini in movimento.

Il primo a rompere definitivamente gli indugi è stato Peter Jackson, utilizzando la tecnologia HFR (High Frame Rate) per girare il film Lo Hobbit, in uscita a fine anno, a 48 fotogrammi al secondo (anche se, stando ai risultati di alcune proiezioni a porte chiuse, non tutti gli spettatori hanno apprezzato la maggiore fluidità, che a detta di alcuni snatura la resa cinematografica). Jackson non è comunque il solo ad avere intrapreso questa nuova via: James Cameron, già pioniere del cinema in 3D, ha dichiarato che intende girare il sequel di Avatar addirittura a 60 fotogrammi al secondo.


Potremmo dunque trovarci di fronte ad un cambiamento radicale, che non può non riguardare anche il mercato dei supporti casalinghi, specialmente quella che è per antonomasia la miglior sorgente che è possibile sfruttare tra le mura domestiche: il Blu Ray.

A questo proposito la Blu-ray Disc Association si sta interrogando sulle possibili implementazioni di questi nuovi formati, oltre che sul supporto alla risoluzione 4K. Al momento nessuna di queste tecnologie sembra poter arrivare in tempi brevi. Per quanto riguarda il 4K, i problemi riguardano un aumento della capacità dei dischi ottici, nonché una maggior velocità di lettura, in modo da consentire un transfer rate più elevato senza contare che si dovrà aver a che fare anche con i nuovi codec. Si tratta, insomma, di definire le specifiche e soprattutto approntare nuovi hardware, dato che gli attuali lettori non sarebbero compatibili.

Complessa è anche la situazione sul fronte High Frame Rate: attualmente il formato Blu Ray non prevede la risoluzione 1080p a 60 fotogrammi al secondo, per ottenere pari fluidità occorre scendere a 1280 x 720, per le risoluzioni progressive, o 1920 x 1080 pixel interlacciati. Si dovrebbero, quindi, ritoccare sensibilmente le specifiche di base del formato, e si incontrerebbero nuovamente problemi a livello hardware. Non è meno complessa l'adozione dei 48 fotogrammi al secondo, che richiederebbe sostanzialmente lo stesso iter.

Per il momento, quindi, la situazione è in una fase di studio preliminare: il fatto che i nuovi formati vengano vagliati, onde capire se è possibile arrivare ad includerli nello standard, è sicuramente un fatto positivo, in quanto si tratta di possibilità aggiuntive, non resta che attendere per vedere come evolverà la situazione e se ci sarà spazio per una revisione dei supporti ottici in alta definizione.

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Commenti

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Nicola Buriani

Tieni presente che pesa, e molto, anche l'audio: le tracce in DTS HD Master Audio e Dolby TrueHD occupano molto spazio.

gl3nn920

Certo! Sono un fanatico dell'HD quindi spero che la tecnologia vada avanti e che noi utenti possiamo goderne appieno!

glukosio

avatar mi ha fatto venire il malditesta dalla bassezza di framerate, con il tutto che scattava in maniera oscena! comunque aspettiamo...

Denis Muggeo

Beh almeno danno un senso al BR visto che possono contenere anche 50 GB e ne utilizzano 1/5 o 1/3 se in 3D.

gl3nn920

Già alcuni film in 1080p 24f pesano pi di 10GB compressi immaginiamoci se li dovessero fare sui 60fps..

Denis Muggeo

C'è ben poco di cui lamentarsi dell'aumento dei frame.
Il cinema sta andando in contro ad un sempre più ampio utilizzo degli effetti speciali perché, non prendiamoci in giro, sono quelli che fanno i soldi alla faccia del cinema d'autore o film con un significato profondo. Vedere un film come Transformers, cioè un effetto speciale unico con tantissimi combattimenti e scene molto veloci, fa venire il mal di testa quasi; vedere un film in 3D convertito come lo sono tutti eccetto Avatar già un po' schifo per lo più delle volte e senza fluidità crea mal di testa quasi sicuro nelle scene concitate.

I 24 lasciamoli per i festival di Venezia e affini dove è tanto che registrino con macchine da presa anziché cellulari.

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