La maggior parte dei diffusori audio utilizza un diaframma che crea onde sonore nell'aria tramite una vibrazione meccanica. Due ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno però trovato un metodo migliore per riprodurre i suoni, che prevede l'utilizzo del grafene. Ad avere realizzato questa idea sono Qin Zhou e Alex Zettl. E' noto che lo speaker ideale è quello che riproduce una pressione sonora costante compresa tra 20Hz e 20kHz, con una risposta in frequenza costante, ed è esattamente questo che i ricercatori del MIT hanno ottenuto: la loro soluzione prevede un diaframma costituito da pochi strati di grafene, inserito tra una coppia di elettrodi che generano un campo elettrico. Quando il campo oscilla causa vibrazioni sul grafene, e sono proprio queste a generare i suoni.
Gli inventori sostengono che l'aspetto più sorprendente è la qualità del suono: mentre con i diffusori tradizionali è vitale il prestare attenzione alla progettazione dell'acustica, nel caso dei diffusori in grafene questo aspetto non conta più, ed il livello qualitativo ottenuto è paragonabile a quello di cuffie di alta qualità.
Le motivazioni che hanno portato a questi risultati sono prettamente logiche: il diaframma in ogni diffusore è essenzialmente un semplice oscillatore armonico con una massa intrinseca e forza di ripristino, che determina il modo in cui il diaframma stesso vibra a frequenze differenti. La maggior parte dei diaframmi devono essere smorzati per ampliare la gamma di frequenze che possono coprire, ma questa necessità richiede un notevole sforzo ingegneristico, che si traduce rapidamente in un costo e che produce inevitabili inefficienze a livello di potenza erogata.
Il grafene si rivela la soluzione ideale proprio per questo: la possibilità di impiegare diaframmi molto sottili e leggeri riduce il bisogno di investire tanto a livello progettuale, ed il grafene non solo assicura spessori minimi, ma è un conduttore elettrico con una massa molto ridotta, conservando comunque una notevole resistenza. Zhou e Zettl sono riusciti ad utilizzare uno strato di grafene di solo 30nm di spessore e con un diametro di 5mm: paragonandolo con cuffie Sennheiser MX400 hanno riscontrato ottime prestazioni, con un'eccellente risposta in frequenza lungo tutto lo spettro udibile, senza impiegare ottimizzazioni. I risultati sono, a loro dire, pari o superiori ai prodotti commerciali che utilizzano una costruzione tradizionale.
Non resta che attendere la prima versione commerciale di cuffie in grafene, per le quali occorrerà comunque pazientare ancora per qualche tempo.
Commenti
Ancora un po' presto per ipotizzare una suo impiego così esteso. Bisogna risolvere ancora diverse complessità , non è così semplice.
Non in molti sanno che, il grafene lo si sta testando in svariati campi da dieci anni, purtroppo ha la peculiarità di presentarsi come facile da alterarsi se a contatto con altri materiali , effettivamente quoto il fatto che si va un po' a rilento, perché le potenzualita sono veramente di spessore . Seriamo in una celerità di sviluppo
wow...
di questi tempi si stanno facendo progressi enormi in svariati campi...
la cosa mi piace molto.
ma vedo progetti di qualsiasi cosa possibile e immagginabile che con il grafene diventa ultra mega potente da tipo 10 anni.. Ma quand'è che si mettono a vendere?
Ottimo sostituto dei pinoli nel pesto alla genovese
nanotecnologia + carbonio = FUTURO!!
fico fico fico fiico!
il grafene è il sostituto ideale di tutto: silicio, corazze, cavi elettrici, antenne, pannelli solari, e così via! altro che il policarbonato :D (trollollol)
insomma il grafene a livello tecnologico sarà il futuro! cuffie, batterie di lunga durata ecc...