15 Dicembre 2015
Uno studente dell'Università di Toronto, Ryan Mintz, insieme al suo team, ha sviluppato un braccio robotico molto particolare. Le sue peculiarità non sono insite alla tecnologia utilizzata per il braccio stesso, ma per il sistema di controllo. Il metodo utilizzato coinvolge un sensore per la rilevazione delle onde cerebrali (anche se, in realtà, è richiesto un minimo apporto dei muscoli, come vedremo tra poco), capace di percepire i segnali elettrici tramite appositi elettrodi. Niente di fantascientifico dunque: ad essere interessante è l'accessibilità raggiunta da questo tipo di tecnologie, come anche il grado di maturazione del software, necessario per l'interazione.
L'applicazione sviluppata dal team di studenti è in grado di capire come muovere il braccio, utilizzando, come input, lievi movimenti, come il serrare la mascella o strizzare un occhio, riuscendo anche a capire quando l'utilizzatore è rilassato (e, di conseguenza, i movimenti non corrisponderebbero ad input, ma sarebbero del tutto involontari).
Il progetto riguarda, principalmente, la mobilità e l'utilizzo nel campo delle protesi artificiali. I piccoli movimenti del capo potrebbero già essere utilizzati per controllare una sedia a rotelle, ad esempio. Gli studenti sperano, in futuro, di poter migliorare la precisione, al punto da poter impartire i comandi solo col pensiero, senza la necessità di movimento muscolare, per quanto ridotto.
Commenti
Grandi non ho parole...
se cominciano a pensare a sasha grey ................
farsi le seghe mentali