03 Giugno 2018
I ricercatori della Queen's University di Belfast sono riusciti a migliorare l'emissione luminosa dei Quantum Dot verdi. I risultati sono stati conseguiti grazie alla collaborazione con un gruppo di esperti provenienti da Svizzera (ETH Zurich, Empa -- Swiss Federal Laboratories for Materials Science and Technology), Stati Uniti (Florida State University) e Taiwan (National Taiwan University of Science and Technology, National Synchrotron Radiation Research Centre).
I Quantum Dot sono nano-cristalli composti da semiconduttori in grado di modulare la lunghezza d'onda della luce con estrema precisione. Per ottenere il colore desiderato si agisce sulla dimensione dei nanocristalli stessi. Il risultato è un gamut più ampio ovvero una rappresentazione più accurata dei colori, che si mostrano più saturi e simili a quelli che vediamo in natura. Attualmente i TV con Quantum Dot utilizzano LED blu nella retroilluminazione e abbinano i nanocristalli con varie tipologie.
La ricerca ha evidenziato miglioramenti nei Quantum Dot verdi con una struttura composta da strati sottili, ottenuti alternando differenti materiali (metilammonio piombo bromo, MAPbBr3). Il processo utilizzato è stato denominato Aggregation-Induced Emission (AIE). I Quantum Dot raggruppati in questo modo risultano più fluorescenti e capaci di ricreare un verde molto più brillante. Questa interessante scoperta dovrebbe quindi consentire di incrementare il volume colore e la saturazione del verde, avvicinandola a quella dello spazio colore Rec.2020, ancora non coperto dalle tecnologie disponibili su display, TV e proiettori.
I ricercatori stanno cercando di applicare processi simili anche ai Quantum Dot blu e rossi. Chih-Jen Shih, il professore che ha guidato la ricerca, sostiene che la commercializzazione dei nuovi Quantum Dot verdi non è troppo lontana nel tempo. Resta da migliorare la stabilità dei componenti e da testare la durata (con alte temperature ed umidità). La prima generazione di prodotti dovrebbe arrivare nell'arco di 3-4 anni.
Commenti
Ma che brillante scoperta!